Accesso al Forte Spagnolo

L'Aquila
13 ago. 2002

Bastioni del Forte Spagnolo
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Il Forte de L'Aquila - francobollo

La gente d'Abruzzo è forte e tenace, è abituata a interagire con un ambiente ostico, una natura aspra e difficile da domare. In tali condizioni diventa importante mantenere la parola data, costi quel che costi, e agli abitanti de L'Aquila questa qualità è costata cara nel corso della storia.

La fondazione de L'Aquila è relativamente recente. Narra la leggenda che nel 1245, per volere di Federico II, i 99 castelli della conca dell'Aquila si consorziassero fondando la città omonima. 99 castelli, 99 le chiese della città e 99 anche le cannelle della fontana costruita per suggellare il patto.
La prosperità tuttavia durò poco; infatti nel 1259, Manfredi, il figlio naturale di Federico II, assediò L'Aquila e la distrusse per punirla dell'appoggio fornito al papato.
La città rimase disabitata per sette anni poi, con la conquista della supremazia nell'Italia meridionale da parte degli Angioini, tornò a nuova vita. Nel 1272 fu completata la cerchia delle mura cittadine e, nel 1294, la basilica di Santa Maria di Collemaggio ospitò un evento storico: la consacrazione di Pietro da Morrone che divenne papa col nome di Celestino V.

I due secoli successivi videro l'Italia teatro e campo di battaglia delle lotte per il predominio tra Francia e Spagna. L'Aquila, fedele agli Angioini, fu più volte assediata fino alla definitiva capitolazione avvenuta nel 1529.
Uno dei primi atti ufficiali del nuovo governatore spagnolo, Don Pedro di Toledo, fu di ordinare la costruzione del castello per tutelarsi dalla possibilità di sollevazioni popolari.
Quello che tutti conoscono come il castello è in realtą uno dei primi autorevoli esempi di forte bastionato. Sorge in una zona leggermente soprelevata della città, ha una planimetria quadrata e presenta la particolarità di avere i vertici dei bastioni perfettamente allineati con i quattro punti cardinali come se la pianta del Forte fosse il quadrante di una bussola.
Le spesse mura di pietra sono circondate da un ampio fossato e il solo punto di accesso al Forte è rivolto in direzione opposta alla città dove spicca il portale, sormontato dallo stemma di Carlo V, unico elemento decorativo del castello. I bastioni hanno la particolarità di avere una doppia lobatura per consentire, in caso di assalto, una capacità di fuoco maggiore. L'effetto deterrente del Forte deve essere stato notevole in quanto non fu mai al centro di eventi bellici, fu solo utilizzato come prigione.
Esternamente il Forte trasmette sensazioni ambivalenti di compattezza e di potenza, tuttavia, effettuare il semplice periplo del perimetro lungo il fossato, non fornisce un'idea esatta delle sue dimensioni reali; è necessario entrare per rendersi conto di ciò. Visitando il Museo Nazionale d'Abruzzo, ospitato all'interno del castello insieme alla Soprintendenza ai Monumenti, si può ammirare un esemplare di Elephas Meridionalis pazientemente ricostruito in uno dei bastioni; ebbene, nonostante la sua mole, l'elefante fossile appare piccola cosa paragonato all'ambiente che lo ospita.

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