Rocca Scaligera

Sirmione (BS)
28 giu. 2017

Ponte di accesso al Borgo
Francobollo Rocca di Sirmione, 1980

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Fossato della Rocca con vista sul Garda

Le limitazioni fisiche, la pochezza atletica e la stanchezza accumulata costituiscono ostacoli di poco conto quando sono associate al desiderio e all'amore: è un assunto trasversale ed interculturale.
Lo sostiene Dante Alighieri nell'ultimo verso della Divina Commedia L'amor che move il sole e l'altre stelle (Paradiso, XXXIII, v. 145) dove lo associa alla beatitudine dello spirito giungendo dinnanzi al Signore, lo si ritrova in una delle novelle de' Le mille e una notte dove la principessa Budùr viaggia, per ben cinque lunghissimi anni, attraversando il continente Asiatico per ritrovare il suo amato Kamar (L'amore di Qamar al-Zamàn e di Budùr).
Vale anche per me. È sufficiente una splendida giornata di sole e l'idea di poter visitare la Rocca Scaligera di Sirmione, che la stanchezza viene relegata in secondo piano.

Mi imbarco con comodo sul traghetto in partenza da Desenzano alle 9:45 ed alle 10:05 poggio i piedi sul molo di Sirmione.
Tedeschi, Inglesi e Francesi affollano i vicoli, rendendo difficile raggiungere la Rocca; alla fine però, ci arrivo con il fiato mozzo per l'apprensione di riuscire a restare in piedi nella calca, sia per lo spettacolo che si apre davanti ai miei occhi della Darsena affacciata sul Garda dalle acque marezzate dal sole.
Diligentemente, metodicamente e con cura quasi maniacale affronto l'esterno della fortezza per coglierne la migliore vista complessiva e comprendere l'esatta planimetria interna.
Dopo aver scattato una marea di foto, mi decido e varco il rivellino dell'ingresso di terra, quello sul lago è rigorosamente chiuso come il cortile su cui immette, forse per problemi di sicurezza.
Per un invalido, o diversamente abile fate voi, talvolta diventa difficile perfino fare il biglietto: la cassiera decide che la gratuità spetta solo ai disabili accompagnati ed io che sgambetto da sola, anche se di sguincio e con stampelle incorporate, non ne avrei diritto. Dopo un lungo dialogo ed averle mostrato il documento che certifica la mia menomazione, riesco a convincerla ed entro gratis.

Gli altri due cortili interni, quelli visitabili, sono pavimentati con i ciottoli del Lago una combinazione resa pericolosissima a causa dell'umidità e dalla mancanza di sensibilità negli arti inferiori. Con cautela, mi avvio ad esplorare gli interni.
La Rocca ha sempre avuto funzioni militari di presidio del Lago di Garda; lo dimostrano la sua collocazione, è costruita nel punto più stretto della lingua di terra che si protende verso il centro del lago, e la scarsità di elementi decorativi all'interno della fortezza stessa. Fu Mastino I della Scala, il podestà, ad iniziarne la costruzione nella seconda metà del 1300, mentre la visione attuale è dovuta ai rimaneggiamenti effettuati dai Veneziani quando la Serenissima annesse Sirmione al suo dominio nel 1405.

Dal primo cortile, sul cui pavimento s'intravede lo stemma del Della Scala disegnato con ciottoli bianchi e grigi, inizia la scalata verso gli spalti e il mastio centrale.
L'ascesa è faticosa, anche quando è affrontata con calma, ma lo spettacolo che si ammira dal punto più alto mozza il fiato. La brezza mi scompiglia i capelli, i polmoni avidi incamerano aria pulita, gli occhi trovano riposo spaziando dalla darsena fino alle isole, lo spirito si rasserena e si placa lasciando risalire la felicità.



Rocca Scaligera di Sirmione