Pavia - Castello Visconteo

Pavia
ott. 2007 ÷ dic. 2009

Pavia - Cortile del Castello Visconteo
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Vi sono episodi che tracciano confini netti nell'esistenza di una persona segnando una discontinuità nella vita quotidiana, nel modo di essere e di concepire la realtà. Il prima e il dopo sembrano pertanto appartenere a mondi diversi, a individui differenti le cui emozioni, i sentimenti, la moralità, il senso etico si trasformano coś profondamente da rendere irriconoscibili i protagonisti. Non intendo riferirmi solo a eventi negativi come una malattia, un incidente invalidante o un lutto, ma anche a eventi positivi quali il matrimonio, la nascita di un figlio o, più semplicemente, uno scampato pericolo.
La medesima cosa accade agli edifici storici. Nella vita del Castello Visconteo di Pavia, ad esempio, il 24 febbraio 1525 individua una discontinuità esistenziale, un prima e un dopo: la perfezione architettonica dettata dalla ripetizione esasperata della simmetria incentrata sulla forma quadrata e la fastidiosa zoppia dovuta alla mancanza di un'ala del castello crollata a seguito del bombardamento francese avvenuto durante la battaglia di Pavia, combattuta tra le truppe di Carlo V e Francesco I, che vide prevalere gli imperiali.
Dopo tale data, il castello non ha più avuto la funzione di splendido palazzo fortificato con cui era sorto nel 1360 per volere di Galeazzo II Visconti. Questi infatti, a seguito della spartizione dei domini familiari con il fratello Bernabò, aveva eletto come sede Pavia dando inizio a una radicale riorganizzazione urbanistica che comprendeva la ricostruzione del Ponte Coperto, sorto sui piloni del ponte romano, e l'apertura della Strada Nuova, un rettifilo in lieve salita verso il castello, che aveva lo scopo di unificare i due poli strategici della città.
La residenza ducale, in cui soggiornò anche Francesco Petrarca chiamato a gestire la biblioteca viscontea, conobbe successivamente un triste declino; adibito a caserma dagli Austriaci, fu progressivamente restaurato solo dopo il passaggio sotto la proprietà del Comune di Pavia avvenuta nel 1921, diventando l'attuale sede dei Musei Civici.

Pavia è una città distratta, frettolosa, persa tra l'allegria degli studenti e il desiderio di un benessere derivato non solo dal denaro, ma anche e soprattutto da una qualità della vita superiore. Coś il Castello, i suoi giardini e la zona circostante la porta di Borgo Calvenzano diventano punto di aggregazione per gli stranieri in cerca di un'identità culturale.
Quante volte, durante i due anni di viaggi ricorrenti a Pavia dettati dalla speranza di guarire, il girovagare senza meta mi ha portata nei pressi del Castello, inevitabile attrattore delle mie giornate solitarie. Nel piovoso autunno pavese, il piccolo parco che circonda il castello, assume i colori rosso dorati tipici della stagione; le foglie ancora sugli alberi mascherano le forme eleganti delle due torri superstiti regalando un gradevole tono su tono con il rosso mattone dell'edificio.
Le gazze, sgraziate come il loro solito, saltellano padrone sul prato verde a chiazze mentre l'ombrello a colori vivaci mi ripara dall'acqua che cade, ma non dall'umore che cede.

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Pavia - Castello Visconteo, panoramica