Sarzana, La Rocca

Sarzana
18 ago. 2001

Sarzana, vista aerea della Rocca
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La luna che sorge sulle Alpi Apuane, tingendo di rosa i monti e le valli della Lunigiana, non sa che Sarzana è splendida anche sotto il sole agostano.
Il cardo e il decumano, ancor oggi chiaramente riconoscibili nel tessuto urbano, conferiscono a Sarzana l'assetto ordinato tipico delle cittadine di origine romana mentre i torrioni, imponenti resti delle mura, ci proiettano alla fine del XV secolo in un periodo di aspre contese.

La storia della Rocca di Sarzana, o più correttamente della sua cittadella, ha formalmente inizio con un atto di distruzione quando Lorenzo il Magnifico, si era nel 1487, ordinò di radere al suolo la preesistente fortezza Firmafede non si sa se per punire i Sarzanesi o, semplicemente, per renderla più adatta alle nuove concezioni belliche.
La Rocca costituiva un solido baluardo per la difesa e il controllo di un importante nodo stradale, situato nelle vicinanze, dato dall'intersezione della via Aurelia con la strada per Parma e Piacenza; tale importanza è dimostrata anche dalla vicina fortezza di Sarzanello che, ergendosi sull'omonimo colle situato a circa due chilometri, fornisce una visione panoramica della Rocca.
La Rocca ha una planimetria rettangolare incentrata su due cortili interni ed è difesa da sei torrioni che ne interrompono il perimetro; essa costituiva parte integrante delle mura cittadine di cui rimangono alcuni possenti torrioni.
La Rocca di Sarzana, a dire il vero, fu utilizzata a lungo come carcere dapprima sotto la dominazione Genovese, poi durante il Regno d'Italia mentre nell'ultima Guerra fu impiegata anche come rifugio per gli sfollati.
Oggi la Rocca di Sarzana, dopo lunghi lavori di restauro, ha trovato un impiego pacifico ospitando eventi e manifestazioni culturali che le conservano il titolo di fulcro delle attività cittadine.