Dobbiamo ad Albert Einstein la formulazione del principio secondo cui un osservatore perturba un sistema per il fatto stesso di volerlo tenere sotto osservazione; da ciò consegue la non completa conoscibilità del sistema medesimo perchè allontanato dal suo equilibrio naturale.
Allo stesso modo, una persona che non abbia mai visitato Campobasso è indotta a ritenere dal nome della città che questa sia situata in pianura. Niente di più errato in quanto, con i suoi 700 m s.l.m., il capoluogo della regione Molise è uno dei più elevati d'Italia.
L'etimo Campobasso sembra piuttosto derivare dal fatto che il Castello si erge dalla cima del Montebello (792 m s.l.m.) dominando e proteggendo il centro storico adagiato in basso, ai piedi del monte, nell'insolita forma di una mezzaluna.

Castello Monforte fu edificato dai Normanni nel luogo dove sorgeva una torre di avvistamento di epoca longobarda e deve il suo nome al conte Cola Monforte, controversa figura di condottiero, che tra il 1456 e il 1463 lo ricostruì riparando i danni arrecati dai terremoti del 1349 e del 1456.
Oggi restano del Castello solo il blocco quadrangolare da cui si eleva il mastio, che ospita la stazione meteorologica dell'aeronautica, mentre delle quattro torri circolari erette nel XV secolo sono visibili solo le basi.
Il Castello ha l'aspetto di una fortezza e non quello di una dimora gentilizia, tipico dell'epoca in cui il conte Cola Monforte lo restaurò; ne sono un chiaro esempio i resti del ponte levatoio, che si apriva sul lato opposto all'ingresso attuale affacciandosi sulla sottostante città di Campobasso, e il cortile interno unica memoria di ciò che un tempo costituiva la parte principale dell'edificio.

Salendo sugli spalti di Castello Monforte, affacciati tra i merli guelfi, si gode di un'ampia vista e si possono osservare le tracce dell'antica cinta muraria di Campobasso di cui la torre Terzano è una delle ultime testimonianze.